Vintage Style

Sfilata Gucci, un evento magico che sprigiona incantesimi

Pubblicato il 21 Febbraio 2020 in Vintage Style

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Alla Fashion Week di Milano il direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, ha trasformato la passerella in un gigantesco carillon, lento, ipnotico, scandito dalla musica del Bolero di Ravel. La platea si è trovata davanti a una giostra felliniana con protagonisti non solo modelle e modelli ma anche sarti e vestieristi che hanno preso parte alla collezione Gucci autunno-inverno 2020/21. Il dietro le quinte e la passerella sono diventate un’unica rappresentazione, come un rito quasi religioso.

Su questo enorme palcoscenico rotante sono stati protagonisti abiti intensi, colorati ed eccentrici. Un collage d’ispirazione tra tendenze, linee ed epoche. Davanti l’intero staff in tuta grigia hanno sfilato tailleur classici, abiti vittoriani, gonne in tulle, calzettoni al ginocchio, zeppe e mocassini, colli seicenteschi, pantaloni anni settanta, colori acidi, capi in seta e in velluto. Tutto mescolato con sovrapposizione di tessuti e dettagli e impreziosito da una varietà di accessori: cappelli, occhiali, guanti, cuffie, cerchietti, collari, gioielli, crocifissi.

“Ho sempre pensato alla sfilata come a un accadimento magico capace di sprigionare incantesimi. Un’azione liturgica che sospende l’ordinario, caricandolo di un sovrappiù di intensità. Una processione di epifanie e pensieri dilatati che si accomodano in una diversa partizione del sensibile” (Alessandro Michele).